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Pietro De Marchi / Dove portano le parole
Manni

ISBN 88-8176-320-6

Poeta, per Giorgio Orelli, è chi asseconda l'iniziativa del linguaggio e va dove portano le parole, "où mènent les mots", come egli ripete con Valéry, ma "senza umiliare i contenuti, premuto anzi da essi". In questo equilibrio tra il partito preso delle parole e l'attenzione alle cose vere fuori della mente si è sempre mosso il lavoro poetico di Orelli, da L'ora del tempo (1962) a Sinopie (1977), a Spiracoli (1989), all'ultima recente raccolta: Il collo dell'anitra (2001). Gli otto saggi dedicati all'opera in versi di Orelli, in quanto poeta e traduttore di altri poeti (soprattutto Goethe), costituiscono il primo tentativo di monografia su una delle voci più originali della lirica italiana del secondo Novecento.

Degli altri saggi, il primo indaga i rapporti tra Montale e Kavafis, il secondo analizza uno dei grandi testi del Sereni degli Strumenti umani. Gli ultimi due si propongono come capitoli di una possibile storia degli incipit e degli explicit nella narrativa contemporanea, qui rappresentata dai libri di Meneghello e dai Sillabari di Parise.


Pietro De Marchi (1958) ha studiato nelle università di Milano e di Zurigo. Si è occupato in particolare di letteratura italiana tra Sette e Novecento e di poesia dialettale lombarda dell'età tra Parini e Porta. Ha pubblicato tra l'altro l'edizione delle Poesie milanesi di Francesco Bellati (1996) e, con Paolo Di Stefano, un volume di scritti Per Giorgio Orelli (2001). E anche autore di un libro di versi: Parabole smorzate (1999). Insegna all'università di Neuchâtel.

Dove portano le parole, Sulla poesia di Giorgio Orelli e altro Novecento, Manni, 2002