Come un coro sommesso, molte
voci si levano dal disastro contemporaneo, corpi sfiniti
si alzano in piedi, guardano verso l'alto, verso le
nuvole che a tratti si squarciano, anche solo per un
istante. Appare la vastità di uno spazio, un
po' di forza. Una speranza, forse, come il volo di due
alianti sopra Lione, il respiro profondo dei nostri
anni disorientati. Lo sguardo misterioso di un animale,
la corsa a perdifiato di un bambino: oggetti quasi stellari,
presenze.
La poesia, in questo nuovo libro
di Pusterla che assume il tono di un ampio recitativo,
cerca il suo cammino faticoso in mezzo alla folla degli
esseri umani: volti senza volto, non ancora del tutto
sconfitti, fantasmi della memoria che perdurano, occhi
sbarrati, mani. Le parole cercano la materia delle cose,
la luce che rade il mondo e lo rivela, l'eco di un canto
forse impossibile a cui non possiamo rinunciare.
Fabio
Pusterla, considerato uno dei più significativi
poeti italiani contemporanei, è autore di Concessione
all'inverno (Casagrande, 1985, 2001), e, presso Marcos
y Marcos, di Bocksten (1989, 2003), Le Cose
senza storia (1994), Pietra sangue (1999).
I suoi libri sono tradotti in numerose lingue europee.
Oltre all'opera poetica, è autore di saggi, edizioni
critiche e traduzioni, soprattutto dal francese. Ha
curato l'antologia di poesia francese Nel pieno giorno
dell'oscurità, e molte versioni italiane di Philippe
Jaccottet.
Folla sommersa, Marcos y Marcos,
2004
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