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Yari Bernasconi

Notice biographique - Bibliographie - Lettera da Dejevo - Revue de presse

  Notice biographique

Yari Bernasconi, classe 1982, si è laureato in letteratura italiana all'Università di Friburgo ed è redattore responsabile dell'edizione italiana di «Viceversa Letteratura». Lettera da Dejevo (Viganello, Alla chiara fonte, 2009) è la sua prima raccolta di poesie.


  Bibliographie

Publications

Lettera da Dejevo , Viganello, Alla chiara fonte, 2009.

 
Non è vero che saremo perdonati, in Undicesimo quaderno di poesia contemporanea, Milano, Marcos y Marcos, 2012. (à paraître)

 

  Lettera da Dejevo

Dice che abbandonando i caseggiati
avevano rotto tutto, i russi: raschiato
i pavimenti non crollati,
abbattute le finestre e le porte, sradicate
tubature, le sale scoperchiate con le stanze,
i corridoi.

Nell'ombra, però, sotto i segni di propaganda,
un muretto si tiene in piedi, quasi fiero.
Come in attesa di un'esecuzione.

(da Yari Bernasconi, Lettera da Dejevo , Viganello, Alla chiara fonte, 2009)

 

  Revue de presse


"Un piccolo volume di versi liberi, prezioso anche nel formato, ispirato da un viaggio del giovane autore in un luogo distante, nello spazio e nel tempo, dalle classiche destinazioni dei tour operator: la regione di Dejevo, sull'isola di Saaremaa nel Mar Baltico in Estonia. Una lettera in forma poetica [...] in cui prendono forma l'osservazione sognante, le riflessioni, le suggestioni più intense regalate dall'incontro con un luogo, e i suoi fieri abitanti, sospeso fra Oriente e Occidente, fra passato sovietico e presente democratico. Una piccola raccolta in cui, nel perimetro di una terra fangosa assediata dal mare e dai ricordi, dalla rabbia e dalla speranza, lo sguardo dell'insolito viaggiatore incontra quello dell'indigeno, rivelandone irrimediabili distanze e inaspettate prossimità."

CLO, La Regione , 21 aprile 2010

***

"Fin dai primi componimenti constatiamo che Yari non è interessato a registrare semplici impressioni, bensì a creare atmosfere simboliche atte a far emergere le pulsazioni di un "sentire" collettivo, quello del luogo ospitante. E che dietro la superficie del reale, dominato da un mare nordico e corrucciato, oltre che dai detriti e dalle macerie disseminati nel paesaggio, egli avverte qualcosa di ineludibile: il diffuso, anche se appena sussurrato tendere degli animi alla ricomposizione dello spirito e dell'identità del paese, dopo decenni di sopraffazioni e frustrazioni. Un tendere dagli esiti incerti, perché odio e risentimento sono sentimenti difficili da rimuovere nell'immediato.
La ricognizione ci mette sotto gli occhi i brandelli, a modo loro eliotiani, di una terra desolata. Il lessico di Bernasconi al riguardo è eloquente: «reti metalliche pericolanti», «silenzio malefico d'ossa», «tagli, piaghe, graffi». Sembra che storia e natura, quasi per un insondabile patto stretto già nei primordi, abbiano dato vita in queste lande a iterate intrecciature di dissesto, dove organico e inorganico vanno a confondersi, su uno sfondo di crepe in sospensione sopra il vuoto."

Gilberto Isella, Giornale del Popolo , 12 giugno 2010

 

Page créée le 16.07.10
Dernière mise à jour le 01.03.12

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