Una giusta perplessità nei confronti di questa giovane voce (un presentatore televisivo di successo) della letteratura svizzero-italiana – che appena un anno fa esordiva presso Casagrande con un racconto giovanilistico senza nerbo, coronato d’una “prefazione” della cantante Mina – non deve impedirci di seguire lo sforzo di Matteo Pelli per trascinare nella scrittura qualcosa di più che il riflesso di una generazione: 900 metri dimostra che Pelli l’air de rien fa sul serio. Per cominciare con un personaggio (che ricorda certo i fratelli maggiori di Culicchia o Volo) accattivante ma credibile, Jack, che ha paura d’inoltrarsi oltre un perimetro cittadino esteso dal suo caffè alla tana di scapolo. Ma soprattutto con una lingua duttile, capace di narrare le microavventure del nostro bel tomo senza renderle risibili. Se la molla drammaturgica che lo farà uscire dal bozzolo di un’adolescenza tardona non può che essere il classico colpo di fulmine (per Giorgia, purtroppo tratteggiata in modo affrettato), il percorso da Monopoly di peripezie e tentennamenti che portano alla novantanovesima pagina del lieto fine è aggraziato e spiritoso. E il libro lascia una traccia, sebbene lieve e ancora sfocata. (pl)
Matteo Pelli, 900 metri, Casagrande, Bellinzona, 2009.
Page créée le 18.06.10
Dernière mise à jour le
12.04.11
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