Tomaso Bontognali
Tomaso Bontognali est un jeune poète tessinois. Son premier recueil, Il fascino dell'inospitale, a été édité chez L'Ulivo en 2003.
Il nous présente ici une séquence de poèmes, peut-être encore en chantier. Nous l'en remercions.
...stringhini d'argento, paillettes...
Se centinaia di uccelli s'involano dagli alberi
con frastuono enorme o un altro uccello segreto
emette quel suo grido atroce, più in giù nella pozza,
so perché ne hai paura.
E tu piuttosto nuda di fianco
dormi. Distante e silenziosa
misteriosamente altrove, forse
nelle regioni inesplorate
o tra i ricordi di cui hai paura.
Ma io sveglio, sorveglierò il tuo battito
in risonanza con le fragili gambe
del letto a castello.
Insopportabili i troppi giocatori che tirano
il dado senza conoscerne il numero delle facce,
a loro appartieni e apparterrò anch'io.
Ma non mi aspettavo nessun sette
anzi, ti avrei pure dato i cento euro
che avresti perso al bianco perde e il rosso vince,
tra la folla del metrò, e avrei baciato la tua delusione,
le tue labbra incondizionatamente
anche con briciola di patatine.
Le cene in palio per smettere di fumare,
la perlite per sbiancare i denti che uso anch'io
che non so cosa smettere:
magari mangiare un po' più di verdura
o un lavoro part-time per guadagnarti le cose,
proponi.
Tu già da tempo abituata al codice del citofono,
a tredici piani di ascensore, pannelli elettrici,
gatti che si battono o pisciano in cucina.
La sorpresa non sarà l'esile non-ti-scordar-di-me
fissato con cura alla bici da donna, che aspetti
all'uscita di fisiologia animale o ennesima simulazione
(la dissezione non reggerà il confronto, vedrai)
e meno senso avrà il pudore o l'imbarazzata attesa
che per concessa gentilezza hai creduto necessaria,
perché qui, è qualcosa di più rapido
che inizia con artigli e finisce con sangue.
Mi piaceva fare shopping con te,
a Milano, a Ginevra, oppure tra i saldi:
"C'est encore cher mais ça vaut son prix"
guardando in vetrina una borsa,
una lampada in plastica.
E mi chiedo cosa tu sia stata veramente,
se un po' d'intelligenza non basti a chiunque
anche per le tue più apprezzabili attenzioni,
la pianta carnivora o il Barbabravo in resina,
come se mi capissi veramente.
Comunque non ci sposammo mai,
neppure per un giorno con la fluorescente spilla
in quella spensierata estate d'esami,
di salviette al lago, corridoi d'università.
Quasi in intimità con gli
svizzeri binari di periferia,
Sternen Oerlikon e altri luoghi conosciuti
dove non mi puoi neppure immaginare
sotto un cielo chiuso che già
invita il prossimo inverno,
di nascosto sorrido. "Limit aber guet"
mi disse una sera il sergente maggiore,
allora si trattava di scarpe.
Ma il peggio restano i ricordi,
frammenti delle cose che non saranno.
Come quella volta che mi hai preso
in acqua per l'orecchio, con adorabile isterismo,
perché ti aveva pizzicata una medusa.
Che da solo non avrai il controllo
su niente è facile da capire. Due mesi d'assenza
e c'è una nuova tettoia per moto,
nel mio salone una nuova parrucchiera,
senza chiedermi niente,
la polenta rotonda non più esposta di lato,
un'altra immagine sui cartoni del tè.
O anche solo certe nuvole o quell'incredibile
luce verde sul lago, per pochi istanti
prima dello stratempo
che avrei voluto almeno fotografare.
***
Se per te semplice o ereditaria necessità
le tue Creste d'Engadina
furono per me un vero e proprio toccasana.
Mi spiegasti della figura indesiderata
che rendeva irreparabile tutta la tela,
della natura morta, di una felicità imprevista.
E non a caso seguirò i tuoi consigli,
come quello del birrino, vero elisir
se accompagnato da collane etniche appese
o dalle dimenticate preoccupazioni manoscritte
che con tuo grande attuale rammarico
aggraffasti irrispettosamente.
Ma poco importa, ebbri di malinconia
aspetteremo un qualsiasi segno di continuità
ad esempio che l'avocado si smolli.
Tomaso Bontognali
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