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 Il mondo è un atlante linguistico Nel mondo esistono oltre 6000 lingue 
                    parlate , 2000 lingue scritte, 246 idiomi parlati da un'unica 
                    persona. Questi semplici dati statistici evidenziano un grosso 
                    paradosso : in realtà le lingue minori sono maggioritarie, 
                    superano - unite assieme - per numero di utenti le "grandi" 
                    potenze linguistiche : inglese, cinese, arabo e spagnolo. 
                    È da questa piattaforma conoscitiva che ha preso avvio 
                    il convegno tenuto venerdì e sabato - rispettivamente 
                    all'Archivio di Stato di Bellinzona e alla Biblioteca cantonale 
                    di Lugano - intitolato "Scritture, 
                    conoscenza e ruolo delle lingue minori". L'intensa 
                    due giorni - coordinata dalla dinamica e infaticabile Franca 
                    Tiberto, Presidente del P.E.N. della Svizzera italiana e retoromancia 
                    - ha visto susseguirsi sul palco ben otto oratori, tutti esperti 
                    di lingue minoritarie e provenienti da paesi con culture, 
                    tradizioni e storia completamente diversi. I lavori non potevano 
                    non prendere avvio da un sincero e affettuoso saluto a Grytzko 
                    Mascioni, fresco vincitore del prestigioso e importante Gran 
                    Prix Schiller ; il presidente onorario del P.E.N. ha colto 
                    l'occasione per tracciare una breve cronistoria di questa 
                    associazione letteraria che si prefigge di discutere di letteratura, 
                    ma soprattutto di unire i popoli attraverso la cultura e la 
                    comunicazione interculturale. Sabato la splendida "piazza" 
                    dell'Archivio storico era gremita di studenti del Liceo di 
                    Bellinzona e della Scuola superiore di commercio (a loro è 
                    stato inoltre proposto di partecipare a un concorso letterario 
                    incentrato appunto sulle lingue minori; i lavori più 
                    meritevoli saranno premiati dal P.E.N. il prossimo 14 novembre) 
                    che con attenzione e forse con un po' di stupore hanno avuto 
                    modo di conoscere altre realtà, altre lingue, altri 
                    fonemi e timbri vocali. Evidentemente anche il sottoscritto 
                    ha provato una forte emozione quando Christopher Whyte - studioso 
                    molto cool e in grado di parlare ben undici lingue - ha salutato 
                    il pubblico in gaelico. Questa fragile lingua - che in noi 
                    rimembra antiche battaglie, boschi, e il freddo e selvaggio 
                    Nord - è oggi parlata in Scozia da oltre 60'000 persone 
                    : "Per noi scozzesi è 
                    importante che il gaelico non scompaia : purtroppo nel '500 
                    l'Irlanda è stata annessa alla Gran Bretagna e per 
                    noi non esiste più continuità geografica. Siamo 
                    pochisolo 1% della popolazione parla ancora questa lingua 
                    - ma la speranza è di resistere, di creare un giornale 
                    e avere una nostra rete televisiva". È 
                    stata poi la volta di un'altra lingua magica, il provenzale 
                    : Sergio Arneodo ha spiegato che il provenzale è ancora 
                    parlato in Italia nelle valli a sud-ovest della provincia 
                    di Cuneo-Torino dove antiche e deboli tradizioni cercano ancora 
                    di mantenere viva questa lingua un tempo rispettata e omaggiata 
                    dai più grandi poeti. E sì, come dimenticare 
                    Arnaud Daniel, Bertnart de Ventadorn, Giraut de Bornelh, Guglielmo 
                    IX, i grandi lirici dell'amor cortese. Sergio Arneodo ha inoltre 
                    spiegato "che per la mia 
                    gente e per la mia cultura è stato molto importante 
                    che Frédéric Mistral abbia vinto con Mirella 
                    - poema rurale del 1859 - il primo Nobel : temo, però, 
                    che troppo tempo sia ormai passato da quell'omaggio al provenzale". 
                    Il folto pubblico ha poi avuto la fortuna di poter ascoltare 
                    il gruppo Li Toubaires che hanno eseguito un intermezzo musicale 
                    in lingua provenzale, proponendo inoltre ai presenti un famoso 
                    pezzo prodotto anni fa con il grande Francesco De André. 
                    È stata poi la volta di una lingua svizzera, il romancio 
                    : Vincenzo Todisco, introducendo nella sua lingua madre la 
                    relazione di Clà Riatsch, ha spiegato innanzitutto 
                    che nel Canton Grigioni ci sono tre lingue ufficiali : il 
                    tedesco, l'italiano e il romancio. Parlata da 36'000 persone 
                    questa lingua rappresenta solo lo 0,6 % delle lingue usate 
                    in Svizzera. Nei Grigioni sale però al 24% contro il 
                    65% del tedesco e l'11% dell'italiano. Il fatto poi che esistano 
                    ben cinque idiomi diversi rende questa antica lingua ancora 
                    più fragile : "È 
                    nata negli anni una coiné sovraregionale, ma il tedesco 
                    fa pressione e il rischio reale è che il romancio possa 
                    fra alcuni decenni scomparire dall'atlante linguistico". 
                    Lo studioso Clà Riatsch ha esposto le tre grandi fasi 
                    della letteratura ladina : "La prima sviluppatasi dalla 
                    metà del XVI secolo all'inizio del XIX può essere 
                    definita religiosa; la seconda terminata attorno alla metà 
                    del Novecento è stata di tipo patriottico-nazionalista 
                    (difesa della propria origine contadina); ora si osserva un 
                    periodo aperto, anche un po' confuso". Il manifesto 
                    principale della seconda fase era : "Né 
                    italiani, né tedeschi, siamo romanci...". 
                    In questi ultimi anni si assiste invece a un processo bizzarro 
                    : molti scrittori ladini si cimentano con temi scandalosi, 
                    assurdi : alcuni romanzi sono ambientati a New York, altri 
                    in Patagonia e si respira in questi libri un forte senso di 
                    autoironia, di parodia per un mondo - quello romancio - che 
                    oramai non esiste più. Nicola Tanda, parlando della lingua 
                    sarda, ha giustamente evidenziato di come il mondo sia stato 
                    per secoli egemonizzato dalla cultura greco-romana : il resto 
                    non esisteva. La traduzione, però, (ha 
                    evidenziato che ogni letteratura è possibile in quanto 
                    l'arte è comunicazione; dietro ogni lingua esiste un 
                    sapere e quindi è degna di esistere". Il 
                    sardo, ha spiegato Tanda, è una lingua che venne usata 
                    ben prima dell'italiano volgare e la sua struttura grammatica 
                    e fonica si avvicina moltissimo al latino, sembra latino. 
                    La parola è stata poi presa da Isidor Mari' che rappresentava 
                    la lingua catalana, probabilmente la più importante 
                    fra le lingue minori. È infatti parlata da oltre 10 
                    milioni di persone e rappresenta il 20% delle lingue usate 
                    in Spagna. La sua diffusione si estende dalla sponda Ovest 
                    dei Pirenei fino ad Andorra, dalla regione di Valencia fino 
                    alle Baleari, Algena e raggiunge anche piccole aree della 
                    Sardegna. Lo studioso catalano ha collaborato alla stesura 
                    dell'importante Dichiarazione 
                    universale dei diritti linguistici (1996), un documento 
                    internazionale che garantisce alle lingue minori di esistere, 
                    di potersi sviluppare e avere le stesse possibilità 
                    della lingue maggiori. Mari ha ricordato di come "dopo 
                    la morte del dittatore Franco, il catalano sia tornato a essere 
                    lingua ufficiale : oggi è lingua usata nell'amministrazione 
                    dello Stato, nelle università, e ogni anno si publicano 
                    8'000 libri in catalano. Purtroppo oggi la nostra lingua è 
                    usata soprattutto oralmente mentre meno per la scrittura; 
                    un tempo aveva pari dignità dello spagnolo, del francese 
                    e la sua origine risale al XII secolo". Alessio 
                    Petralli, illustrando la realtà svizzera, ha sottolineato 
                    l'eccezionalità del modello elvetico : "la 
                    Costituzione nazionale ha sancito in modo fermo e cristallino 
                    l'importanza delle nostre lingue minori : il Ticino possiede 
                    una radio propria, un servizio televisivo importante, un'Università. 
                    Quest'anno all'Usi si sono iscritti ben 40 studenti della 
                    Svizzera tedesca : questi sono tutti elementi concreti che 
                    evidenziano un multilinguismo e una politica multiculturale 
                    straordinaria". In romancio non mi resta che dire 
                    tuot las liguas sun be il rebomb da millidads umans chi vöglian 
                    be s'exprimer cun la lingua da lur orma. Andrea Moser
      Page créée le 20.11.01Dernière mise à jour le 20.06.02
 
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