bloc notes numero 45 - PUBBLICAZIONI
Curato da Pierre Lepori e Manuela
Camponovo, è da oggi in libreria
Per la storia del teatro in Ticino
Uno stimolante dossier sul numero 45
della rivista «Bloc Notes»
«Sommersi o salvati. Si può
fare una "Storia del teatro della Svizzera italiana?"»,
questo l'accattivante titolo con il quale Pierre Lepori apre
il dossier che ha curato insieme a Manuela Camponovo, pubblicato
nel numero 45 di «Bloc Notes», da oggi nelle librerie.
Da quanto si evince dalle note biografiche degli autori, si
tratta di una piccola anticipazione di quanto si potrà
ben presto leggere nel Dizionario
teatrale svizzero, la cui pubblicazione (come spiega la
caporedattrice Simone Gojan in un breve articolo) è
prevista nel 2003 e nella tesi di dottorato sul tema che lo
stesso Lepori sta preparando presso l'Università di
Berna.
Nell'articolo citato l'autore si spinge
al di là di quello che definisce «lo spartiacque
degli anni Settanta», periodo che vede affiorare anche
nella nostra regione una «tradizione teatrale»
fatta di compagnie indipendenti, molte delle quali tuttora
attive, e al tempo stesso si concentra sul teatro della Svizzera
italiana e non nella Svizzera italiana, ovvero sulla produzione
autonoma e non tanto su ciò che si vede sui palcoscenici
nostrani nell'ambito delle stagioni istituzionali.
Risalendo alle origini del costume
teatrale nella nostra regione, Lepori cita così il
silenzio caduto sull'attività legata al convento dei
Gesuiti di Bellinzona attorno alla metà del XVII secolo
che predata di oltre cinquant'anni la presenza certificata
di rappresentazioni sceniche rispetto alle esperienze dei
Padri Somaschi di Lugano. Testimonianze che portano l'autore
a parlare di «tradizione continuata di teatralità
professionistica pre-cantonale», a sfatare «il
mito di una teatralità popolare diffusa, folklorica
o religiosa» e ad ammettere un uso culturalmente alto
della rappresentazione teatrale sin dal Seicento. Dati che
suffragano la possibilità di redigere una storia del
teatro ticinese, tenendo ben presenti i rischi di un'idealizzazione,
evitando il senso di inferiorità e, soprattutto, ampliando
una ricerca documentaria che è solo agli inizi.
Manuela Camponovo si occupa invece
della realtà del teatro indipendente in Ticino, caratterizzata
dalla ricerca di testi nuovi e più impegnativi rispetto
alla norma delle stagioni ufficiali alla quale si affianca
un fenomeno amatoriale importante. A partire dal 1969, la
nostra regione vede il fiorire di molteplici compagnie indipendenti
che puntano, pur tra mille difficoltà, al professionismo.
Uno sviluppo che porta ad una maturazione graduale che si
concretizza nel 1987 nella nascita del TASI (Teatri Associati
della Svizzera italiana) che attualmente riunisce ben diciassette
compagnie, e che si è occupato di organizzare nel corso
degli anni «vetrine» come TI-Teatro o TI-Danza.
Di rilievo anche l'apporto plurilinguistico con attori di
lingua madre francese, tedesca o spagnola; l'impegno profuso
sul fronte organizzativo con l'allestimento di festival, eventi
e rassegne e la produzione di spettacoli per il pubblico più
giovane che si sono guadagnati diversi premi anche in Svizzera
e in Italia.
Una realtà che è comunque
sempre «a rischio», sia per motivi logistici che
finanziari, nonostante il restauro e la riapertura, nel corso
degli ultimi quindici anni, di strutture importanti come il
Teatro di Locarno, il Sociale di Bellinzona o il Cinema Teatro
di Chiasso che comunque restano di regola precluse alle compagnie
locali.
Il dossier di «Bloc Notes»
si completa con la pubblicazione di larga parte di un'intervista
alla cosmopolita attrice ticinese Maria Bazzi (1897-1959),
concessa al giornalista della RSI Ernesto Rumpel nel 1955;
con un dibattito a più voci sul dialetto nel teatro
ticinese, con alcune riflessioni di Joël Aguet sulla
storia del teatro in Romandia; con il già citato articolo
di Simone Gojan e con un portfolio dedicato all'attività
di documentazione fotografica della scena ticinese da parte
di Giuliana Pelli-Grandini commentata da Nadia Gabi.
La sezione «Fabula» presenta
invece racconti di Sebastiano Caroni, Daniele Morresi, Gaetano
Frongillo e Gianfranco Fantin.
Corriere del Ticino
martedi, 10 settembre
2002 (Spettacoli)
Résumé
en français
Bloc-Notes No 45 : un dossier sur
le théâtre tessinois
Le numéro 45 de la revue Bloc
Notes propose un dossier signé Pierre Lepori et Manuela
Camponovo consacré au théâtre de la Suisse
italienne. Pierre Lepori montre comment un véritable
théâtre au Tessin existe dès le XVIIè
siècle, bien avant la professionnalisation de la branche
dans les années 1930, désamorçant ainsi
le mythe dun théâtre essentiellement populaire,
folklorique avant ce moment. Cette réalité permet
denvisager la rédaction dune histoire du
théâtre tessinois, qui nécessiterait toutefois
une vaste recherche documentaire qui a tout juste commencé.
Manuela Camponovo sattelle quant
à elle à la situation du théâtre
indépendant au Tessin, dont lactivité
sest fortement accélérée dès
1969. Pas moins de 17 compagnies indépendantes sont
actuellement inscrites à la TASI, Association de théâtres
tessinois fondée en 1987. Lactivité de
ces compagnies se distingue par la recherche de textes neufs
et souvent plus difficiles que ceux donnés dans les
théâtres institutionnels, parfois plurilingues,
et divers projets tels que festivals, , théâtre
pour la jeunesse notamment. Une réalité pourtant
précaire pour des motifs logistiques et financiers.
Ce dossier se termine par une interview
accordée en 1955 à la Radio Suisse Italienne
par la cosmopolite comédienne tessinoise Maria Bazzi,
un débat à plusieurs voix sur le dialecte dans
le théâtre tessinois, des réflexions de
Joël Aguet sur le théâtre en Suisse Romande
et une documentation photographique et un article de Simone
Gojan sur létat de la recherche sur le théâtre
en Suisse, notamment autour du Dictionnaire
du théâtre en Suisse.
Ce numéro de Bloc-Notes
contient en outre des nouvelles de divers jeunes auteurs de
langue italienne.
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Page créée le 30.09.02
Dernière mise à jour le 30.09.02
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