La scuola… ma anche l’archeologia, la filologia,la filosofia, la comunicazione e la poesia
La scuola è il tema di approfondimento della Pgi per l’anno 2009. La redazione dei Qgi ha voluto contribuire alla riflessione su questo argomento in modo originale dando ampiamente la parola ai giovani. Piuttosto che allestire un numero monografico costituito da sole considerazioni di pedagogisti, docenti, dirigenti e politici, le è parso opportuno dare largo spazio ad alunni e alunne dell’Alta Scuola Pedagogica (ex Magistrale) di Coira, che sono nello stesso tempo allievi in una struttura della scuola grigionese e futuri docenti nelle classi elementari e medie del Grigioni italiano. Il “dossier” inizia certo con tre contributi, essenziali per il mantenimento di una scuola efficiente e rispettata nei Grigioni e in Svizzera, a cura della PGI e dei due curatori. Il Presidente Sacha Zala e il Segretario generale del sodalizio presentano un progetto didattico molto ambizioso, che basandosi tanto sulle nuove leggi federali e cantonali sulle lingue, quanto sulle raccomandazioni del Consiglio d’Europa, tende a superare una visione troppo ristretta della regola della territorialità. I due autori propongono infatti l’apertura di scuole bilingui tedesco-italiano nelle città svizzere di maggiore emigrazione italofona (grigione e ticinese) come Coira, Zurigo e Berna. Nel progetto, sostenuto dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, non si tratterebbe solo di ottenere il permesso di aprire tali scuole, ma anche di potere usufruire di un congruo finanziamento da parte della Confederazione per la loro apertura e per il loro mantenimento. Tale impegno non farebbe altro che estendere alla lingua italiana il sostegno accordato da anni dalla Confederazione alla Scuola francese di Berna e sarebbe coerente con il finanziamento, che raggiunge i diciotto milioni annui, delle scuole svizzere all’estero. Si tratterebbe insomma di una misura che terrebbe conto dei flussi migratori interni della Svizzera. Luigi Menghini, uno dei due curatori del “dossier”, descrive la rapida evoluzione intervenuta – anche per esigenze di adattamento agli standard europei, come la riforma di Bologna sull’insegnamento accademico – nella formazione dei docenti con la trasformazione della Scuola Magistrale in Alta Scuola Pedagogica di Coira. L’autore ne delinea anche gli sviluppi futuri elaborati da un gruppo di lavoro che riflette su ulteriori perfezionamenti della formazione pedagogica nell’ambito dell’ASP. Mathias Picenoni, l’altro curatore, studia il potenziamento della formazione in tedesco degli alunni dall’esame di ammissione al liceo fino alle soglie dell’università. Di fatto la formazione liceale si sta orientando verso una Maturità bilingue, che dovrà facilitare gli studi accademici dei giovani grigionesi che frequenteranno i corsi di università per lo più germanofone.
Nella seconda parte del “dossier” i futuri insegnanti, per lo più ancora allievi dell’ASP, affrontano vari argomenti relativi alla loro formazione o alla loro futura attività, paragonando in alcuni casi il cursus studiorum delle scuole grigionesi con quelle ticinesi o italiane. Valeria Manna confronta, appunto, in tutti i suoi particolari l’organizzazione dell’Alta Scuola Pedagogica ticinese di Locarno con quella di Coira, facendo notare che il bilinguismo della formazione grigionese presenta un notevole vantaggio professionale, attirando anche vari studenti ticinesi. Un paragone analogo compare nel contributo di Cornelia Salzgeber, che confronta il sistema scolastico italiano con quello della Scuola svizzera di Milano, il quale comporta anch’esso il vantaggio di essere ampiamente orientato verso il plurilinguismo. Altri due studenti descrivono gli ostacoli che hanno dovuto superare per compiere gli studi pedagogici a Coira e i vantaggi che ne sono derivati per la loro formazione. Gion Cortesi risale addirittura ai problemi di comprensione del tedesco che dovette affrontare durante il suo periodo di apprendistato, per mostrare come da questa esperienza è nata in lui la voglia di orientarsi verso l’apprendimento delle lingue e l’insegnamento. Sarah Boutefah, di origine ticinese, lega pure il suo interesse per l’attività didattica, alla formazione trilingue – tedesco, italiano, romancio – che le è stata impartita all’Alta Scuola Pedagogica di Coira. Kriss Cao studia le nuove possibilità date dalla pedagogia nell’individualizzazione dell’insegnamento: non si tratta dell’individualizzazione imposta dalla mancanza di alunni che permette al docente di seguire individualmente praticamente ogni allievo, ma di una metodologia che consente ad ognuno, in base ad una programmazione settimanale della materia, di gestire l’apprendimento in modo autonomo e in funzione di ritmi e approcci personali. Elisa Crüzer s’interroga invece su un fenomeno socio-professionale legato alla scuola: cioè quello della continua femminizzazione della professione di docente, che ha ridotto al 22% la presenza maschile nell’insegnamento delle scuole elementari. Gabriela De Tann e Anita Schäpfer affrontano il problema della diminuzione del numero degli allievi nelle classi dei paesi delle valli, che vanno spopolandosi. È una situazione di notevole preoccupazione per i responsabili della scuola che devono o raggruppare allievi di anni diversi in una sola classe con sovraccarico dei docenti e scarsa stimolazione degli alunni, o spostare giornalmente numerosi allievi in altri paesi per creare classi omogenee abbastanza numerose, con il rischio di alterare il tessuto sociale.
Se il tema della scuola è prevalente in questo numero, altri ambiti sono oggetto di studi e ricerche: l’archeologia, la filologia, la filosofia, la comunicazione e la poesia.
Maruska Federici-Schenardi, in collaborazione con Christa Ebnöter e Fredi Liver, dà una prima informazione, ampiamente illustrata, sugli scavi compiuti tra il 2007 e il 2008 a Valasc sul tracciato della futura circonvallazione autostradale di Roveredo (A13). Le indagini archeologiche hanno evidenziato la presenza, seppur in modo discontinuo, di ben sei successivi insediamenti su una durata di seimila anni (cioè dal Neolitico all’epoca medievale). Questo succedersi di insediamenti nello stesso luogo è certamente dovuto all’importanza strategico-commerciale del sito, al punto d’incrocio di vie che collegavano le zone mediterranee alle regioni nord-alpine, nonché la Mesolcina al settore settentrionale del lago di Como (attraverso il passo del San Jorio).
Giuseppe Godenzi estrae dall’ampio carteggio dell’erudito poschiavino Paganino Gaudenzi, vissuto in Italia agli inizi del Seicento, tre lettere in latino indirizzategli dagli studiosi tedeschi Lucas Holstein di Amburgo e Isaak Vossius di Heidelberg. Sono epistole che mettono in evidenza il senso di rispetto e di stima di cui godeva il poschiavino presso gli studiosi non solo italiani, ma anche di altre nazioni europee.
Con quell’esperienza che gli danno i suoi novant’anni, Paolo Gir si interroga sull’assenza del “sentimento” nella società odierna. Rifacendosi a Pascal e a Nieztsche, l’autore vede il “sentimento” fortemente minacciato nella nostra epoca segnata dalla tecnocrazia.
Fausto Tognola rievoca i settantacinque anni delle “Voci del Grigioni italiano” che costituiscono una delle più antiche trasmissioni della Radio della Svizzera italiana, sottolineandone le principali tappe della loro trasformazione, a cui egli ha personalmente contribuito negli anni in cui l’ha condotta.
Nella sezione Antologia, Ivo Zanoni s’interroga, attraverso una decina di poesie, sul tema sempre attuale della Libertà.
Questa varietà di temi si ritrova nelle numerose recensioni che costituiscono un’ulteriore testimonianza della ricchezza e della vivacità culturale del Grigioni italiano. Jean-Jacques Marchand
Quaderni grigionitaliani
Page créée le 13.08.09
Dernière mise à jour le 13.08.09
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