Si chiama
" Classici del mondo " : è una nuova collana
di opere del patrimonio letterario mondiale, nata in autunno
presso l'editore Zoé di Ginevra-Carouge. La Grecia
è al centro dei primi due titoli pubblicati: Autour
de la lagune, racconti di Alexandre Papadiamantis, scelti
e annotati da Réné Bouchet; e Karaghiozis
e il castello dei fantasmi, farse del teatro d'ombre tradotte
e adattate da Marie Gaulis. Abbiamo chiesto all'editrice,
Marlyse Pietri, di raccontarci come è nata l'idea di
questa collana.
Il progetto
è nato da un'associazione senza scopo di lucro, "
I classici del mondo " - fondata a Parigi due anni e
mezzo fa da Laure Pécher, già editrice per i
tipi de "Le Serpent à plume"- che ha lo scopo
è di valorizzare i classici del patrimonio letterario
internazionale. L'associazione compie un lavoro di ricerca,
per identificare i grandi testi classici, paese per paese,
non ancora tradotti nella nostra lingua. La Francia è
un paese troppo chiuso alla scoperta della letteratura straniera;
un grande sforzo in questo senso viene oggi compiuto rispetto
alla produzione contemporanea, ma si dimentica troppo spesso
di tradurre i classici. Esiste dunque una carenza di base,
a livello editoriale, relativa alle "opere fondatrici",
anche perché è difficile trovare un pubblico
per questo tipo di testi, che pure hanno formato generazioni
intere di lettori e scrittori e hanno avuto un ruolo importante
nell'evoluzione della lingua.
In che modo i "grandi testi
fondatori" della vostra collana vengono scelti? Si tratta
di una scelta in primo luogo linguistica o geografica?
Procediamo paese per paese, partendo,
in questo caso, dalla Grecia. Sta all'associazione promuovere
la ricerca dei testi e dei traduttori, poi guidarli grazie
all'intervento di specialisti o all'allestimento di veri e
propri dossier. L'associazione mi ha contattato, in quanto
editore, e insieme proseguiamo il lavoro di pubblicazione
e di ricerca di fondi. Sono felice di questa nuova collaborazione
tra Francia e Svizzera, che consolida i rapporti che la nostra
casa editrice da anni ha stabilito con il paese confinante.
I due primi libri della collana sono stati presentati contemporaneamente
a Ginevra e a Parigi, aumentando così il potenziale
promozionale della collana. In effetti, per questo tipo di
libri, occorre uno sforzo supplementare: bisogna creare una
rete di interessi, nelle università, nelle scuole,
nelle biblioteche. L'associazione stila una scheda relativa
ad ognuno dei libri pubblicati, per far capire l'importanza
dell'opera in questione. Un identico lavoro è necessario
con la stampa: spesso infatti si dimentica di mettere in rapporto
i testi fondamentali del patrimonio letterario con la produzione
contemporanea.
Come detto, i primi due volumi sono
stati tradotti dal greco: quali sono le prossime pubblicazioni
annunciate e quanti titoli intendete pubblicare, ogni anno,
nella collana?
Abbiamo stabilito un ritmo di quattro
titoli all'anno e per lingua (ma dipenderà anche dalle
esigenze legate ad ognuna delle lingue). In questo caso abbiamo
in programma un terzo volume di letteratura greca nel marzo
2006, un romanzo di cavalleria cretese (Erotrocritos di
Vitzendzos Carnaros, un'opera del Diciottesimo secolo tradotto
da Denis Kohler); in autunno pubblicheremo invece un autore
nato a Praga nel 1810, Karel Hynek Mácha. Per ora restiamo
vicini all'Europa, ma l'idea è di aprire la collana
a sempre nuovi paesi e lingue.
Ma esiste un pubblico per questo
tipo di libri ?
Esiste, sì, ma bisogna "risvegliarlo",
cercare di convincerlo della necessità dell'esistenza
in francese di questi libri, dell'interesse di poterli paragonare
alla nostra letteratura. Ovviamente, la comunità greca
ha reagito molto positivamente a queste due prime pubblicazioni,
ma dobbiamo riuscire a farle scoprire al grande pubblico.
Ricordando, ad esempio, che Papadiamantis è un grande
prosatore (1851-1911) che Milan Kundera considera "l'ambasciatore
del romanzo nel paese di Bisanzio". Perché
allora non cercare di paragonarlo a Maupassant o a Ramuz?
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