„Attraversando il confine" con il
Premio Chiara
Vi sono alcuni concorsi letterari banditi in
Italia che stanno molto a cuore agli scrittori e ai lettori della Svizzera
italiana. Il preferito è forse il Premio Chiara, che domenica
7 ottobre a Varese ha festeggiato il vincitore di quest’anno, Gianni
Celati, con la sua raccolta di racconti Cinema
naturale, edito da Feltrinelli. I tre finalisti erano, oltre
a Celati che è uno scrittore già affermato, due esordienti:
Alessandro Banda (con Dolcezze del rancore,
edito da Einaudi) e Massimiliano Forza (Antifurti
psicologici, Piemme). Il vincitore è stato votato da una
giuria popolare di 100 lettori, in parte italiani e in parte ticinesi
(2/3 , 1/3).
Il Premio Chiara Giovani ha la medesima scadenza
annuale ed è spesso la prima occasione, per chi ama scrivere
e ha un‘età tra i 17 e i 25 anni, di pubblicare e ricevere
un giudizio. Proprio „Attraversando il confine" è stato
il tema affrontato dalle ragazze e dai ragazzi che vi hanno concorso
nel 1999. Segnaliamo questa coincidenza per anticipare un‘osservazione
che faremo più avanti sull’importanza del confine nazionale,
una realtà molto presente per gli svizzeri al sud delle Alpi,
e quindi anche un argomento frequentemente discusso. Ma torniamo al
Premio Chiara Giovani. Tra tutti i racconti che giungono alla giuria
ristretta, ne vengono selezionati 25-30, che sono poi raccolti in una
piccola antologia. Tra questi, la giuria popolare sceglie quello che
preferisce e così ne vengono premiati tre. Quest‘anno ha
vinto Andrea Fazioli, ticinese. La partecipazione dei giovani scrittori
ticinesi al Premio raggiunge pure, in media, quel 1/3 che già
abbiamo riscontrato nella giuria popolare.
Vi è infine anche un Premio alla carriera,
che l‘edizione 2001 ha conferito al poeta ticinese Giorgio Orelli,
„…una delle voci più alte, interessanti e complesse
della poesia contemporanea, una voce che non ha mai rinunciato al proprio
timbro pur toccando un‘ampia varietà di registri."
Giorgio Orelli
pubblicò la sua prima raccolta nel 1944, Né
bianco, né viola, edito nella Collana
di Lugano, con prefazione di Gianfranco Contini. Nel 1952 Orelli
fu poi inserito nell‘antologia Linea
lombarda, che poco prima della guerra ebbe grande impatto e decretò
la sua entrata nel panorama letterario italiano. Due noti scrittori
coevi, Luciano Erba e proprio quel Piero Chiara i cui amici dopo la
morte hanno fondato l‘Associazione1,
confermarono l‘interesse degli italiani per Orelli nel 1954, ascrivendolo
nella Quarta generazione. Giorgio
Orelli, che quest‘anno ha festeggiato i suoi 80 anni, ha oggi ormai
fama internazionale, sia perché è stato tradotto, sia
come traduttore (di Goethe e di Mallarmé in particolare).
Il Premio Chiara organizza ogni anno in autunno
una serie di incontri e manifestazioni collaterali - Si parla molto
di frontiere e di confine in Ticino
Il Premio Chiara organizza ogni anno in autunno
una serie di incontri e manifestazioni collaterali, sull‘arco di
tre settimane, a Varese, Luino, Milano e Lugano; altrettante occasioni
di scambi letterari transfrontalieri. E‘ quindi un evento molto
sentito dagli amanti della letteratura in Ticino. E qui vorrei concludere
riprendendo appunto il tema confine.
Si parla molto di frontiere e di confine in Ticino,
e non solo per la sua vicinanza geografica o per l’impatto economico.
l tema è centrale anche sul piano della produzione artistica.
Già durante il Novecento c‘è stato un importante
confronto, e non solo letterario, con l‘Italia. Durante la guerra,
scrittori italiani hanno potuto esprimersi in Ticino, sia quali esuli
(Angioletti), che quali ospiti al microfono dell‘allora Radio Monteceneri
(ad esempio Saba, Montale, Ungaretti). In direzione nord-sud fluiva
invece la corrente artistica nel dopoguerra e l‘Italia tornò
ad essere il più importante polo d‘attrazione culturale
per gli scrittori della Svizzera italiana, che spesso vi hanno pubblicato,
e vi pubblicano tutt‘oggi. Si può affermare quindi che la
tendenza centrifuga - tendenza originata dalla condivisione della lingua
con la nazione confinante e per la quale gli svizzeri tedeschi attingono
alla Germania, i romandi alla Francia e gli svizzeri italiani all‘Italia
- è una caratteristica della cultura svizzera che in Ticino è
più pronunciata che altrove. Se i romanci hanno un mercato editoriale
ancora più ristretto, quello dei ticinesi e dei grigionesi di
lingua italiana è pur sempre troppo angusto per essere commercialmente
interessante. La letteratura svizzera di lingua italiana è quindi
costretta, più che quella svizzera tedesca o svizzera francese,
a esportarsi. Oppure a esser tradotta.
Di questa tendenza transfrontaliera degli svizzeri
di lingua italiana si parla nell‘ultimo numero della rivista Bloc
Notes (il N. 43), dedicato alla Collana
di Lugano, un‘iniziativa curata da Pino Bernasconi negli
anni Quaranta. Inoltre, il Museo cantonale
d‘Arte di Mendrisio ha appena inaugurato una mostra (che
rimarrà aperta fino al 6.1.2002) dal tema Frontiera 1940-1945,
focalizzata sui rapporti culturali tra Ticino e Italia durante gli anni
della guerra.
Queste rievocazioni non testimoniano forse l‘attualità
del tema?
Elena Spoerl
1. Associazione Amici di Piero Chiara, che organizza
il Premio
Page créée le 20.11.01
Dernière mise à jour le 20.06.02
