La felicità degli uni...
Atto
unico
traduzione italiana di Pierre Lepori
LUI, arriva correndo nello scompartimento
e si precipita alla finestra.
LUI - Finita...
Ha una quarantina d'anni. L'aria seducente.
Ma si capisce che è appena stato aggredito. Sanguina
dal naso, ha la giacca strappata. Spia attraverso il finestrino,
terrorizzato.
LUI - E' finita...
Il treno si mette in moto, LUI si
asciuga la fronte e va nel corridoio.
LUI - Puoi venire ora, tesoro.
LEI - entra nello scompartimento,
ha circa 35 anni, è seducente; completamente sottosopra.
LUI la segue con le valige. Lei saluta i passeggeri, senza
osare guardarli negli occhi, ancora sotto choc.
LEI - Buongiorno.
LUI - Non restare lì in piedi,
è pericoloso
Lui le prende il mantello, lei è
in cinta di otto mesi.
LEI - A mezza voce - L'hanno portato
via?
LUI - c.s. - Manette ai polsi.
LEI - Dio mio! E il tuo naso...
LEI prende un fazzoletto e gli tampona
amorevolmente il naso.
LUI - ai passeggeri, imbarazzatissimo
- Scusateci, non è nostra abitudine...
LEI - Ma siamo stati... Le manette, hai
detto?
LUI - Dopo averlo immobilizzato al suolo
LEI - Tre agenti per lui solo.
LUI - Fuori di testa!
LEI - Se la polizia non fosse stata nei
paraggi...
LUI - E' inutile pensarci...
LEI - Ahi!
LEI porta la mano al ventre, in una
smorfia di dolore.
LUI - agitatissimo - Ne ero sicuro!
LEI - piegata in due dal dolore
- Passa, ora passa...
LUI - Un catino d'acqua, asciugamani,
presto!
LEI - facendo la coraggiosa -
No, ora passa, non ti agitare...
LEI respira profondamente e si calma.
LUI pure.
LUI - ai passeggeri - Vi... vi
spiacerebbe lasciarci tutta una fila di posti?
LEI - No, non vorrei disturbare...
LUI fa sedere tutti i passeggeri da
un solo lato.
LUI - Grazie, grazie davvero. Ecco, tesoro,
vieni.
Si siede, LEI si stende e appoggia
la testa sulle sue ginocchia. Le carezza i capelli dolcemente.
LEI - Mi piace tanto quando mi accarezzi
la testa.
LUI - Cerca di dormire.
LEI - Adoro
LUI - Lo so. Dormi, ora.
LEI chiude gli occhi. LUI prende nella
sua borsa una scatola di biscotti al cioccolato (tipo Mikado).
LUI - mangiando - Non so se
avete dei bambini, per noi è il primo. Un maschietto.
Lo abbiamo tanto sognato. (Silenzio) Siete sicuri che
non state troppo stretti? Se era una bambina, l'avrei amata
comunque, ma devo dire che un maschietto è meglio.
Davvero, non siete troppo stretti? Non è nostra abitudine
prendere tanto posto, sapete. Ad ogni modo, grazie per la
vostra comprensione.
LEI - Non vedo l'ora di arrivarci.
Silenzio.
LUI - Spero che la casa ti piaccia.
LEI - Un'oasi di pace, non spero di meglio.
LUI - Voglio che tu ti senta come a casa
tua.
LEI - E lei?
Silenzio.
LUI - Partita. Ieri sera.
LEI - Senza far storie?
LUI - sospirando - Uno scandalo
da non credere, nel mio giardino, figurati.
LEI - Oh, no.
LUI - Tutto il quartiere ha potuto sentirsela.
LEI - Povero caro...
LUI - quasi in lacrime - Allora,
quando è salita sul taxi, quando l'ho vista scomparire
per davvero
LEI si solleva per consolarlo a sua
volta.
LEI - Povero, povero piccolo amore!
LUI - ai passeggeri - Scusateci,
non è davvero nostra abitudine, ma mi ha talmente umiliato,
sapete! Tre anni di menzogne!
LEI - Ma come hai potuto innamorarti
di una donna simile!
LUI - All'inizio, aveva l'aria sincera.
LEI - All'inizio hanno tutte l'aria sincera!
LUI - E poi era davvero molto attraente,
bisogna ammetterlo. Allora l'ho creduta così, ingenuamente.
LEI - Io non ti mentirò mai, amore!
LEI gli prende la mano e la posa sul
suo ventre.
LEI - Lui non è una chimera.
LUI - Lo sapeva dall'inizio.
LEI - Di essere sterile?
LUI - E sai con che cosa mi è
saltata fuori? "E' tutta colpa tua!" mi ha detto.
LEI - Colpa mia?
LUI - No, mia! L'aborto, mi ha detto!
E' diventata sterile per quello, da non crederci
Silenzio
LEI - Ha abortito?
LUI - Non te ne ho mai parlato?
LEI - Avrei potuto dimenticarlo?
LUI -Clementina è rimasta in cinta,
poco dopo esserci conosciuti. Sarebbe stato da irresponsabili
tenere il bambino, da veri irresponsabili. Anche se voleva
farmi credere il contrario.
LEI - Toccandosi il ventre, shoccata
- Non le avrai mica chiesto di abortire, almeno?
LUI - Ah, no, attenzione, io non ho chiesto
un bel niente! Ho suggerito.
LEI - Ah beh, preferisco.
LUI - Agli altri passeggeri -
E poi ci sono migliaia di donne ogni giorno che abortiscono
e mica diventano sterili, no?
LEI - Già, è vero.
LUI - ai passeggeri - E sapete
qual era il suo obiettivo inconfessato, che ha finito per
confessare davanti ai vicini di casa? L'adozione! Voleva farmi
adottare un bambino! A me che sono fertile!
LEI - Come se toccasse a lui di pagare.
LUI - E allora questa si mette a piangere,
a dirmi che senza di me non può vivere, mi implora
di non buttarla fuori di casa
LEI - Un ricatto
LUI -Risultato: ho l'impressione di commettere
un delitto, fondando la mia propria famiglia! E invece rivendico
solo il giusto diritto di essere felice.
LEI - Ricatto affettivo, ecco la parola!
LUI - Beh allora, che sia chiaro, non
lascerò più che me la si faccia. E se qualcuno
si permette di toccarmi ancora, o peggio, di toccare la mia
famiglia, divento violento!
LEI - Non oserà!
LUI - Diventerò violento, si sappia!
LEI - Non oserà mai!
LUI - cambiando tono - Eppure
ha osato seguirmi. E tu dicevi che non avrebbe osato.
LEI - Mai e poi mai avrei creduto che
potesse diventare violento!
LUI - Non si diventa violenti. Si è
o non si è, violenti.
LUI - Come hai potuto innamorarti di
un uomo simile?
LEI - All'inizio, aveva l'aria sincera.
E poi era davvero molto attraente, bisogna ammetterlo. Allora
gli ho creduto così, ingenuamente.
LUI - Io non ti deluderò mai,
amore! Potrai sempre contare su di me.
LEI - ai passeggeri - Abbiamo
vissuto tre mesi di felicità. Io ed Elliot, voglio
dire. Dopo, non ha fatto che calare. Per cinque anni. Ma da
quando l'ufficio l'ha licenziato, da quando abbiamo dovuto
lasciare l'appartamento di quattro locali per un monolocale,
le cose sono precipitate.
LUI - Una donna incinta in un monolocale,
ve la vedete?
LEI - Era un uomo solido, Elliot, equilibrato,
credevo di poter contare su di lui. E dall'oggi al domani,
questo mi crolla, si mette a piagnucolare sul suo destino.
Si rimette a fumare!
LUI - Una donna incinta in un monolocale
con un uomo che fuma, ma vi sembra possibile?
LEI - E c'è stato il primo tentativo
di suicidio.
LUI - inquieto - Hai tentato di
suicidarti?
LEI - Non io, lui - LUI si rasserena
- Dopo il licenziamento! E poi, un secondo tentativo.
LUI - Di suicidio?
LEI - Quando gli ho detto di te.
LUI - Due tentativi di suicidio in così
poco tempo, bisogna proprio essere fuori di cotenna!
LEI - E allora stamattina, non ho retto
più: gli ho detto che il bambino era tuo.
LUI - terrorizzato - Hai fatto
questo?
LEI - Per fargli capire fino a che punto
stavo soffrendo. Fino a che punto la situazione mi era insopportabile.
LUI - E... come ha reagito?
LEI - Mi hai implorato di restare. Dicendo
che era pronto a educare il bambino, come fosse suo. E sai
cosa ha aggiunto? "Sono pronto a perdonare"!
LUI - Lui? A te?
LEI - Con tutto quello che ho dovuto
passare!
LUI - E' il mondo alla rovescia!
LEI - Chiamando gli altri passeggeri
a testimone - E allora ho fatto le valige.
LUI - E questo pazzo che ti insegue fin
sul binario...
LEI - E che fa il terzo tentativo!
LUI - Se non fossi intervenuto, si sarebbe
gettato sotto il treno!
LEI - Davanti ai miei occhi!
LUI - E non contento che gli abbia salvato
la vita, mi prende a pugni!
LEI - Mi chiedo proprio che cosa abbiamo
fatto per meritarci questo!
LUI appoggia con tenerezza la mano
sul ventre di LEI.
LUI - Lui, soprattutto. - d'un tratto
spaventato - Ma dimmi
sei sicura che Elliot non
farà niente per ricuperarlo?
LEI - rassicurante - La legge
è categorica!
LUI - Un giorno o l'altro, il tuo ex
finirà per capire che gli hai mentito... che il bambino
non è mio... ma suo.
LEI - Ho la patria podestà, non
temere.
LUI - Agli altri viaggiatori -
Non potrei sopportare che quel pazzo mi porti via il mio bambino!
LEI - Dopo la scena che ha fatto, ci
può anche provare...Ce ne abbiamo abbastanza da farlo
mettere al sicuro!
LUI - rassicurato - E beh. C'è
ancora giustizia a questo mondo!
Esaltandosi sempre più.
LEI - Alla faccia dei ricattatori.
LUI -
dei menagrame depressi!
LEI - Uccelli del malaugurio nevrastenici!
LUI - Che si suicidino tutti quanti,
se proprio gli piace!
LEI - Che crepino se proprio ci tengono!
LUI - Ma lascino vivere chi preferisce
vivere!
LEI - E vivere come gli pare!
LUI - Con chi gli pare!
LEI - Perché la felicità
è un diritto, cazzo!
LUI - Soprattutto per i poveri infelici,
grazie a dio!
Si ricompongono, un po' imbarazzati
LUI - Ma pazienza. Non serve a niente
tener vivi i rancori.
LEI - Hai ragione. Dimentichiamo il male
che ci hanno fatto.
LUI - Non può che farci del bene.
LEI - E chi sa, forse senza tutte queste
disgrazie non ci ameremmo tanto?
LUI - Non avremmo cominciato la nostra
storia su basi così sane, in ogni caso!
LEI - Mi gira la testa
LUI - L'emozione.
LEI - frugando nella borsa - Ho
bisogno di zuccheri.
Trova la scatola di biscotti e la
scopre vuota.
LEI - Non ce n'è più?
LUI -
LEI - Hai finito i miei biscotti?
LUI - Io
no no, non io.
Con uno sguardo denuncia i passeggeri,
imbarazzato.
LEI - Voi?
LUI si fa piccolo piccolo sul sedile,
come per farsi dimenticare.
LEI - indignata, ai compagni di viaggio
- Vi siete sbafati tutta la scatola? A me che sono lì
lì per partorire? E ho attacchi di ipoglicemia! A me
che sono fragile, indebolita e vulnerabile? E io che credevo
di poter contare sul vostro sostegno...
LUI - gioioso - Occhio!
LEI - Come?
LUI - Occhio ai freni, stiamo entrando
in stazione!
LEI - c.s. - Alleluia!
Si alzano, prima di uscire si rivolgono
agli altri viaggiatori.
LUI - Buon viaggio!
LEI - Via via, lasciamo correre per i
biscotti
LUI - E grazie ancora per la comprensione!
LEI - Anche se non è proprio un
granché da vedere
Olivier Chiacchiari
Traduzione italiana: Pierre Lepori
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Dernière mise à jour le 28.01.04
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