Donata Berra
A memoria di mare, Edizioni Casagrande, 2010.
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Donata Berra / A memoria di mare |
"Aperta da un prologo che canta forte, in pienezza di dramma, e conclusa da un epilogo che parrebbe contraddirlo nella sua familiarissima, cordiale iconografia, la nuova raccolta di Donata Berra conferma in verità quanto siano intercambiabili i due registri: ogni eventuale sublime nutre in sé l'umile quotidiano, così come dalla più trita delle occasioni può spiccarsi un grano di solennità.
(...) Anche nei suoi risvolti amari o struggenti, questo libro predica e diffonde un'allegria delle cose, della percezione che possiamo averne. E se lo sguardo punta alle altezze lontane, per esempio alle cime innevate d'azzurro che sovrastano Berna, la parola del poeta ci trattiene più giù, dove "passa un po' di fretta Rosa / che porta la sua borsa della spesa" (dentro la quale potrebbe esserci qualcosa per noi)".
Silvio Ramat.
Donata Berra , A memoria di mare, Edizioni Casagrande, 2010.
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A memoria di mare, di Roberta Deambrosi |
En bref et en français - Kurz und deutsch
Nella raccolta A memoria di mare , pubblicata da Casagrande, Donata Berra fa confluire, fra le altre, le poesie in parte pubblicate recentemente sul n. 246 di Poesia , sul n. 9 del semestrale Smerilliana (leggermente modificate) e la sezione Vedute bernesi uscita nel 2005 per « alla chiara fonte» .
Un primo componimento, che riporta – come spiega l'autrice in nota – un brano del Canto di Ariele , dalla Tempesta di Shakespeare, inaugura la raccolta anticipando alcuni motivi, la notte, il mare, gli abbagli di luce, la luna, e linee curve, che ricorreranno poi nelle quattro sezioni del libro Tempi , Tu , Luoghi e Lei .
La prima sezione, Tempi, accoglie costruzioni barocche, visioni d'opere d'arte, di paesaggi nei quali si aprono squarci metafisici. Le tonalità sono quelle notturne che danno risalto a luccichii di stelle e splendori lunari e quelle dell'oro che è il colore della luce, o del suo riflesso sulle cose circostanti. A volte invece le tenebre non danno scampo, eppure si cercano, si desiderano: «Ah, fosse già notte. Scura, / venuta nel suo buio a lacerare / con lame nere l'illusa giornata / nostra, ardua allo smorire dell'attesa ».
In un tempo indefinito, si presenta un istante che non è propriamente risolutivo, ma che racchiude in sé una fine che promette ancora un futuro: «No, perché? Era un giorno come gli altri, / segnato sullo stesso calendario / di una data qualunque. // Ma verso sera / sul piccolo, remoto palcoscenico / di una piazzetta fuorivia // si è aperto un sipario d'aria purpurea / ed è salito sulla scena, / emozionato per la recita // e vibrante d'attesa, come chi aspetta / il cenno del maestro di ballo / per un ultimo, rapido inchino // il vecchio acero biondo, / laccato d'oro / dai raggi del sole al tramonto. // E tu lo guardi, allora, come / non più il tempo tuo / vi portasse un domani.»
In questi primi componimenti si annuncia già il dialogo con un interlocutore a cui tanto viene chiesto, e dal quale poco si riceve, quasi a significare un'incomunicabilità di fondo, che si farà esplicita nel Tu della seconda sezione. Forse perché una terza persona o entità – la morte? – si frappone: «Come salvarti, dimmelo, cuor mio, / quando ti aggraffa lei tra le grinfie adunche», come il Lei dell'ultima sezione, quello della sprezzante Castellana implacabile , difficile da circoscrivere, che ci lascia, noi lettori, intrappolati nei divertissements linguistici di un io capriccioso che non sembrano poter fornire la formula magica che apre al mistero.
È emblematico, e quasi centrale nella composizione dell'intera raccolta, in questo senso, il protagonista smemorato e indifferente della poesia Paesaggi con gatto assente, che sì lascia tracce « sul cofano della macchina / un'impronta di zampa a quadrifoglio», ma poi con certa alterigia non si fa più trovare.
La terza sezione intitolata Luoghi , è la più organica per la presenza costante dell'acqua, nonostante l'ossimorica poesia d'avvio, Serifos , breve, accecante nel suo rimandare abbagli e suoni secchi, brulli: «Tocchi di biacca della /
???a a rocca, / balzi spaccati a picco, capre / fitte corna orecchie / dritte d'asini saccenti / Giove stizzito raffiche / di venti, ampie / vele alte sulle scotte / fuori staccate nicchie di chiesette / s'alza di scatto e fugge il cane giallo...». Il componimento è un'apertura efficace che stride con la grande quantità d'acqua che verrà dopo, portata dai fiumi: prima il Magra, nella serie Bocca di Magra, dominato da onde lenti e da suoni liquidi, poi, nelle Vedute bernesi è un fiume più inquietante. È l'Aare, che scorre da altitudini paurose, dalle «alte nevi segrete» che ripetutamente vengono menzionate, quasi a infondere ancor più il senso del verticale, come le altezze che separano i ponti dal fiume, in contrasto con la superficie e gli argini del Magra, i suoi orizzonti larghi. L'acqua, sotto forma di mare e di fiume, raccoglie e tiene insieme paesaggi diversi, è presente nei dettagli e nelle parole precise; ed è proprio a loro, alle parole, che tocca il ruolo di maglia debole, poiché nonostante la loro esattezza, il loro risuonare talvolta complesso e solenne, non riescono a nascondere l'effimero dell'esistenza.
di Roberta Deambrosi |
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En bref |
En bref et en français
Donata Berra rassemble dans A memoria di mare ("De mémoire de mer") des poèmes pour certains déjà parus dans des revues ou des plaquettes. Les textes, ornés de sonorités musicales, composent quatre sections. La première, " Tempi" ("Temps", ou "Tempi") accueille des lignes courbes, des constructions baroques, des visions d'oeuvres d'art, de paysages habités par la lune et toujours empreints d'une atmosphère métaphysique . S'y annonce un dialogue avec un interlocuteur auquel beaucoup de questions sont posées, mais qui donne peu de réponses - comme pour signifier une incommunicabilité fondamentale, qui devient explicite dans la deuxième section, "Tu" ("Toi") . La troisième section, Luoghi ("Lieux"), est celle dont la cohérence est la plus forte, de par la présence constante de l'eau, en dépit du poème initial, "Serifos", où l'île grecque est décrite dans sa sécheresse abrupte . L'eau – mer ou fleuve – tient ensemble des paysages différents, est présente dans des mots dont la précision ne peut masquer le caractère éphémère de l'existence. La dernière section est implacable: c'est un face à face avec un "Lei" ("Elle") difficile à saisir, comme la méprisante " Castellana" dans le poème du même nom: châtelaine inaccessible, tandis que nous restons captifs de divertissements linguistiques qui ne sauraient fournir la formule magique, le sésame-ouvre-toi du mystère .
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Kurz und deutsch
Im bei Casagrande erschienen Band "A memoria di mare" versammelt Donata Berra Gedichte, die zum Teil bereits zuvor in Zeitschriften oder plaquettes publiziert wurden. Die klangvollen und musikalischen Texte sind in vier Sektionen unterteilt: die erste trägt den Titel "Tempi" und enthält barocke Konstruktionen, gekrümmte Linien, Visionen von Kunstwerken und von Landschaften, die immer mit Mondschein und metaphysischen Ausblicken ausgestattet sind. Von Anbeginn an zeichnet sich ein Dialog mit einem Gesprächspartner ab, der viel befragt wird, doch wenig erwidert, als würde es um eine grundsätzliche Bezugslosigkeit gehen, welche sich im Du der zweiten Sektion herausbilden wird. Die dritte hingegen, "Orte" genannt, ist dank der ständigen Präsenz des Wassers die einheitlichste und trotzt dem oxymorischen Eröffnungsgedicht, "Serifos", das die ganze Kargheit und Dürre der Insel beschreibt. Das Wasser, das hier als Meer und als Fluss die Gedichte und die verschiedenen Landschaften zusammenhält, ist mit Präzision benannt: diese Genauigkeit vermag es dennoch nicht, die Vergänglichkeit der Existenz zu verbergen. Die letzte Sektion ist die schonungsloseste: man sieht sich einer schwer zu erfassenden Sie gegenüber wie der abschätzigen Castellana: Sie bleibt unnahbar, und wir sind in sprachlichen divertissements gefangen, die jedoch keine Zauberformel hervorzubringen scheinen, die das Geheimnis lüften.
Page créée le: 14.06.10
Dernière mise à jour le: 17.06.10
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