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Giuseppe Curonici

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  Giuseppe Curonici

Giuseppe Curonici a publié en 2002, à l'âge de 68 ans, son premier roman, L'interruzione del Parsifal dopo il primo atto, immédiatement salué par la critique italienne, traduit en français aux éditions A la croisée, et suivi un an plus tard par un autre roman remarquable, Nell'isola distante. Mais en dépit de ces débuts en apparence tardifs, Curonici cache dans ses tiroirs des dizaines de manuscrits en travail, et annonce de nombreuses parutions pour les années à venir. Nous vous proposons de découvrir ici les premières pages d'une roman inédit, en langue originale ou en traduction française.
On trouvera plus d'informations sur la page auteur de Giuseppe Curonici. L'auteur a en outre fait l'objet d'un dossier approfondi en français dans la revue Feuxcroisés n°7 (2005).

 

  LKB


Français - Italiano

L'Istituto è lontano su una distesa obliqua davanti a una rupe verticale. La valle è alta. Fra tornanti e strettoie in luce e ombra la strada sale con violenti e rapidi sbalzi. La luce aumenta e si spalanca un altopiano bianchissimo che si allarga a ventaglio e si solleva con forza contro pareti di roccia levate a strapiombo centinaia di metri una sopra l'altra. I profili delle rupi sono frastagliati. Il colore è grigio alluminio. Nel pomeriggio a seconda delle posizioni del sole riflettono una lucentezza che proviene da tutte le direzioni e si ripercuote nella valle. In altro, lunghe strisce tortuose di ghiacciai abbagliano come specchi in cielo. Poi si spengono. In basso nella nitida ombra violetta si accendono le luci del paese.
Prima mattina all'inizio di gennaio, presto, ancora buio profondo. Dalle sale dell'Istituto erompeva luce. La neve si era accumulata aderendo compatta contro la parete di vetro. Guardata dall'interno, aveva la forma di una bestia che giaceva allungata, bianca e fredda, in letargo, piatta e senza faccia.
Al piano terreno davanti agli ascensori cominciava un corridoio fortemente riscaldato. Uno dei lati era la vetrata, nell'altro si allineava una serie di aperture. Dietro la prima apparve un locale ingombro di asciugamani e costumi da bagno di tutti i colori scaraventati a caso. La nuova venuta era la signora Iris Muveran. Cercava di orientarsi. Trovò la soglia di un atrio suddiviso da tende trasversali. Sollevò una di queste tende.
Emergendo a mezzo busto dalle pieghe di un bianco lenzuolo, un vecchio grasso e pallido, dal cranio calvo, la fissava inquisitoriamente, con derisione. Aveva gli occhi tondi e sporgenti, d'un celeste quasi incolore. Teneva in bocca un sigaro acceso e stava seduto su una panchina. Aveva avuto l'idea di fumare un sigaro lussuoso e pesante alle sette della mattina, accanto ai vapori di una piscina fonte di salute. Il senatore sollevò il braccio destro.
La signora lasciò ricadere la tenda. Arrivò alla sala centrale. Faceva caldo, con luci dorate e azzurrine. La luce pareva vibrante e inquieta. Era l'effetto dell'oscillazione continua della superficie dell'acqua. Una ragazza stava girando la testa e la sua bocca aperta era di colore roseo e tenero.
Una giovane terapista in costume olimpionico aveva posato un vassoio sull'orlo della vasca, e faceva colazione stando in piedi in acqua. All'estremità della cisterna si mise in movimento un braccio metallico. Si levò alto. Reggeva in orizzontale una piattaforma lunga e stretta. Girò spostando la piattaforma sopra l'acqua, senza fermarsi si abbassò, continuò a scendere e s'immerse. Due terapiste tirarono a sé un paziente in flottazione, e gli staccarono i galleggianti dal collo, dai polsi e dalle caviglie. La macchina riprese a funzionare. Il paziente che sembrava morto si sollevò in aria fra uno scrosciare di ruscelli di acqua illuminata. In levitazione là sopra cominciò a ruotare verso l'esterno, e si abbassò. Due infermieri pronti con le braccia alzate e un lenzuolo teso lo presero, lo rivoltarono in lenzuoli riscaldati, e lo posero su un letto meccanico immediatamente trascinato e spinto da due altri inservienti. Rullò in direzione degli ascensori e scomparve.
Dalla superficie dell'acqua emerse un ginocchio liscio e rotondo, abbronzato. Poi altre membra. Braccia femminili, luminose. Era venuta a fermarsi adagio contro la parete della vasca, e si era girata allungandosi sul dorso. Era pigra, in dormiveglia. Il corpo affiorò. Era giovane e teneva gli occhi sbarrati verso il soffitto. Dall'orlo della piscina un uomo giovane si era fortemente inclinato e piegato verso l'interno, allungando la mano. L'uomo aveva lunghi capelli biondi, era magro e muscoloso, e guardava la ragazza con apprensione. Con amore. La ragazza si girò un'altra volta, verso l'uomo, dolcemente, lasciandosi galleggiare. Aveva membra sode e belle, ben tornite, perfette, la pelle tesa e limpida, perfetta.
Cambiò posizione e si mise in verticale, circondata dall'acqua, aggrappandosi all'orlo. Attese un momento e di nuovo si stese in orizzontale. Lentamente cominciò a sprofondare dalla parte dei piedi. Tentò di scuotersi ma lo fece debolmente, senza efficacia, e continuò ad affondare. Aiutata dalla terapista la giovane signora galleggiante si allontanò adagio, flottando attraverso il peso dell'acqua illuminata che la sosteneva.
Con l'acqua al torace avanzava un signore quasi anziano, la faccia larga magra e robusta, mascelle ossute e labbra sottilissime. Aveva rughe orizzontali sulla fronte, e i capelli color grigio ferro pettinati all'indietro. Disse:
- Gelatina! Sempre più gelatina! Nient'altro! -
Accanto a lui stava una donna sorridente. Il signore proseguì senza concedere tregua.
- La giovane signora che a lei sembra così graziosa si sta trasformando completamente in gelatina. Questo rende le sue membra levigate ed attraenti. La terminologia scientifica dei medici sarà anche un'altra, io semplifico per praticità. La carne del suo corpo ha cominciato a evolvere in direzione inaudita. Diventa una massa gelatinosa inerte anche se è ancora di materiale vivo. Tutti sono stupiti della sua pelle splendente, così eguale, classica, cosa ne pensa lei? Che belle braccia compatte. A toccarle sono elastiche. Che belle cosce levigate, eleganti. Che bel corpo liscio e rilassato. Sono i vantaggi dell'assenza di tensione muscolare. L'anno scorso lavorava in una fabbrica di stufe elettriche. Avvitava interruttori tutto il giorno. L'esterno del suo corpo è effettivamente uno splendore, e l'interno è imbottito di poltiglia. Il caso è noto e la prognosi sicura. Comincerà a dimagrire. Lei mi permetterà di scavalcare i dettagli. Sei mesi o un anno. Viene a trovarla suo marito ma è spaurito e non parla con nessuno. Il marito guarda sempre se altre persone lo guardano. Ha vergogna. Acqua, acqua, altrimenti si affloscia sul pavimento. -
Dall'esterno della vasca due infermieri la raccolsero. Uno la toccò per i polsi e la fece viaggiare avanti sull'acqua. Il braccio meccanico dell'elevatore ruotò dall'esterno verso l'interno. Il piano orizzontale scese. La terapista con movimenti delicati vi attirò sopra la ragazza che galleggiava, sorreggendole con cautela la testa. L'elevatore si rimise in movimento.
- Avrà notato che molti colleghi non toccano mai terra. Sono sempre sollevati su qualcosa e al di sotto di loro c'è il vuoto. Elevatori, carrelli, l'acqua che li porta. Qui ci si accorge del peso delle singole membra. Siamo personalmente attirati dalla forza di gravità. -
Due ore più tardi nella sala di soggiorno la giovane elettricista dalle braccia avvenenti formava gruppo con due colleghe: una signora taciturna sui cinquant'anni, dal sorriso fissato in faccia una volta per tutte, e un'estetista di immane obesità. Aveva fatto la truccatrice per una casa di film pubblicitari, ed era stata schiacciata dal crollo di un capannone. Quando le chiesero in quanto tempo prevedeva di guarire cambiò precipitosamente discorso. Beveva acquavite e mangiava torte e cioccolatini. Le veniva sete e voleva la birra.
- Questo proprio non dovrei! Ma per una volta non fa niente! Ah, povera me, come sono sfortunata! Poi devo anche bere la birra perché il caldo mi fa venire sete. -

Giuseppe Curonici

 

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Page créée le 14.04.06
Dernière mise à jour le 14.04.06

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